I panorami che ci accompagnano in questi primissimi giorni di Cina sono molto simili a quelli lasciati in Mongolia: steppa arida e montagne innevate, sabbia e pascoli di bestiame, immense distese di terreno solcate da strade asfaltate.
Ci sono alcune piccole differenze che però stravolgono tutto l’insieme. I campi sono recintati e gli animali vivono in una situazione di “finta libertà”. Lo skyline è interrotto dai continui tralicci e dalle pale eoliche: non esiste un pezzetto di orizzonte libero. Ovunque c’è spazzatura e plastica, tanta plastica. La sensazione è che la Terra, tutt’intorno, sia sfruttata, spolpata, e abbandonata.
Pedaliamo su queste terre increduli, affranti e consapevoli, compassionevoli e fiduciosi, rispettosi, ribelli. Il Mondo è un posto meraviglioso, e per lui vale la pena ribellarsi, vale la pena lottare, vale la pena vivere più intensamente.
PS. La foto è l’eccezione che conferma la regola. Uno dei pochissimi scatti incredibilmente belli degli ultimi giorni.