BOLAVEN PLATEAU LOOP – GIORNO 262 + 263

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Beatifull nature and waterfalls in the Bolaven Plateau

Itinerario completo: PAKSE – TAD LO (prima notte) – COC PHOUNG TAI – PAKSONG (seconda notte) – PAKSE

Piantagioni di caffè: da Mr. VIENG (sulla strada per Tad Lo) e da Mr. HOOK (presso il villaggio di Coc Phoung Tai)

Cascate viste: TAD PASUAM, TAD LO, TAD HANG, TAD YUANG, TAD CHAMPEE, TAD FANE

Queste giornate sono state un tripudio di esperienze e di emozioni, immersi in una natura autentica, punteggiata da piccoli paradisi terrestri: le cascate.

Ce ne sono tante, e una diversa dall’altra: alcune altissime e spettacolari, altre piccole e meno impetuose, altre larghe ed altre ancora strette e sinuose. Sono splendide, e ognuna di loro ha la capacità di incantarci e di lasciarci a bocca aperta!

Ogni volta che decidiamo di andarne a scoprire una, siamo costretti – positivamente parlando – a lasciare la strada principale e percorrerne una meno trafficata, piena di buche e di ghiaia, dove la fitta vegetazione e i pascoli di caprette le fanno da padrona.

Via via che ci avviciniamo al sito naturalistico, i colori cambiano sfumatura: si passa in pochissimo tempo dal rosso della terra, al giallo intenso della vegetazione secca, al verde brillante delle piantagioni di caffè fino al verdone più inteso tipico della foresta.

Il suono della cascata si fa sempre più forte, più definito, come fosse un richiamo. Qui la creatività dell’acqua, nella sua forma più libera e selvaggia, incontra il rigore e l’inflessibilità della roccia. E in men che non si dica, ci ritroviamo di fronte ad uno degli spettacoli più belli della Natura!

Piccola parentesi: ci mancano troppo le nostre biciclette!

Viaggiare in scooter ha tutto un’altro sapore!

Ci si muove veloci, e gli occhi non hanno il tempo di osservare ogni più piccolo dettaglio. Ci si muove veloci, e la mente fatica a metabolizzare tutta la meraviglia che viviamo. Ci si muove veloci, e l’olfatto si è preso una pausa: con tutta questa aria non si riesce a percepire nulla. E sapete?! Abbiamo perfino male al sedere per la diversa seduta! ✌️😅😂

Visiting coffe plantation and relaxing in the Bolaven Plateau

Dedichiamo gran parte delle giornate a visitare alcune piantagioni di caffè e di tè, accompagnati da una guida locale.

Siamo immersi nella quotidianità della vita lavorativa degli abitanti di questi piccoli villaggi, ed è proprio grazie a loro che possiamo assaporare lo scorrere lento del tempo su di una amaca e i loro prodotti genuini. Finalmente, dopo mesi di caffè solubile, possiamo berne uno vero, fatto con la moka, nel vero italian style!

Ne siamo immensamente grati! ☀️🙏😊

Abbiamo anche l’occasione di visitare il villaggio di Coc Phoung Tai. Ci spiegano che qui i bambini iniziano a fumare all’età di 3 anni, perché gli alti livelli di nicotina nel sangue tengono lontane le zanzare; a bere il Lao-Lao (tipico whisky laotiano) all’età di 7 anni e a tatuarsi a 10 anni: in entrambi i casi, lo fanno durante importanti rituali di passaggio.

A 8 anni si sposano e sono poligami (l’uomo può avere più mogli) e ovviamente appena Madre Natura glielo concede diventano genitori. Le donne partoriscono nella foresta, e solo dopo una settimana il figlio può essere accettato nel villaggio, dopo un importante rituale nel quale sia lo sciamano che il padre devono accettare il nuovo arrivato.

Sono fermamente convinti che la terra sia piatta. Non usano la scrittura, ma solo la parola come forma di comunicazione: è così che si tramanda la conoscenza, di generazione in generazione.

Parlare del futuro porta male, e si possono condividere i sogni solo con lo sciamano, che con il suo sapere potrà interpretarli.

Si utilizza la Natura come prima forma di cura: radici, bacche e foglie sono le loro medicine. Nei casi più estremi, si richiede l’aiuto della magia al guru, e della magia nera allo sciamano o alla “medium”, colei che media tra il principio spirituale divino e l’uomo.

Sono animisti, e non buddisti: attribuiscono proprietà spirituali (un’anima) a fenomeni naturali, agli esseri viventi e agli oggetti.

Veniamo accolti a braccia aperte, ma allo stesso tempo veniamo messi alla prova, e tutto questo ci emoziona e ci fa riflettere: facciamo tesoro di tutto quello che abbiamo imparato, e apriamo il nostro cuore alla diversità. Il piccolo viaggio all’interno di questo villaggio è una scoperta curiosa, piacevole, incredibile.

Ci è chiesto di non scattare foto, per rispetto, e quindi tutto quello che vediamo, lo immortaliamo e lo custodiamo nella nostra memoria.

Queste popolazioni vanno conosciute, apprezzate, e senza alcun dubbio rispettate. Qui è ancora come quando tutto ebbe inizio.

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